L’amianto, noto per la sua resistenza e durabilità, è stato ampiamente utilizzato nelle costruzioni edili, comprese coperture, pavimentazioni e sistemi di impermeabilizzazione. Nonostante fosse considerato sicuro, non lo è. Oggi, a causa dei gravi rischi per la salute legati all’inalazione delle sue fibre, l’uso dell’amianto è stato vietato e regolamentato severamente.
L’incapsulamento dell’amianto è una delle tecniche più comuni per gestire i materiali contenenti amianto (MCA) in modo sicuro, specialmente nelle applicazioni di impermeabilizzazione e pavimentazione.

Che cos’è l’incapsulamento dell’amianto?
L’incapsulamento è un metodo che prevede l’applicazione di prodotti chimici specializzati sui materiali contenenti amianto, creando una barriera protettiva che impedisce la liberazione delle fibre nell’aria. Questo approccio, meno invasivo rispetto alla rimozione completa, consente di mantenere in loco i materiali pericolosi, sigillandoli con un rivestimento protettivo sicuro e duraturo.
Nel contesto delle impermeabilizzazioni e delle pavimentazioni, l’incapsulamento è spesso applicato a superfici come tetti in amianto-cemento (Eternit) e pavimenti vinilici contenenti amianto. Questa tecnica riduce il rischio di deterioramento e la dispersione delle fibre nell’ambiente, offrendo una soluzione efficace per la gestione dell’amianto.
Norme di riferimento per l’incapsulamento dell’amianto
La gestione e il trattamento dell’amianto, incluso l’incapsulamento, sono regolati da normative nazionali ed europee. In Italia, le principali normative che disciplinano l’incapsulamento dell’amianto sono:
- Legge n. 257 del 1992: questa legge vieta l’estrazione, l’importazione, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono. Stabilisce anche le modalità di bonifica dei materiali esistenti e le responsabilità dei proprietari di edifici con materiali contenenti amianto (MCA).
- Decreto Ministeriale del 6 settembre 1994: fornisce linee guida dettagliate per la bonifica dell’amianto, inclusa la tecnica dell’incapsulamento. Descrive i requisiti tecnici per la messa in sicurezza degli edifici, i prodotti incapsulanti autorizzati e le misure di monitoraggio post-intervento.
- Decreto Ministeriale del 20 agosto 1999: stabilisce i criteri per la scelta dei metodi di bonifica dell’amianto, includendo le tecniche di rimozione, incapsulamento e confinamento. Specifica quando e come applicare ciascun metodo, con particolare attenzione all’incapsulamento per materiali non particolarmente deteriorati.
- Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro): fornisce norme specifiche per la sicurezza sul lavoro e include requisiti per la gestione dei rischi legati all’amianto. Definisce le responsabilità dei datori di lavoro e dei proprietari di immobili, imponendo misure di protezione, prevenzione e interventi di bonifica come l’incapsulamento.
- Certificazione UNI 10686: normativa tecnica italiana che stabilisce i requisiti per l’esecuzione sicura ed efficace dell’incapsulamento dell’amianto. Fornisce indicazioni sui prodotti da utilizzare, le procedure operative e i criteri di controllo qualità, assicurando che l’intervento sia conforme agli standard tecnici.
Obbligatorietà degli interventi di bonifica dell’amianto
L’obbligatorietà di interventi sull’amianto dipende dallo stato di conservazione dei materiali e dal rischio che essi rappresentano. Secondo la normativa vigente, il proprietario di un immobile deve effettuare una valutazione del rischio amianto. Se i materiali sono integri e non rilasciano fibre, può essere sufficiente l’incapsulamento dell’amianto con monitoraggio periodico. Tuttavia, se i materiali risultano deteriorati o soggetti a sollecitazioni, è obbligatorio intervenire.
Le principali opzioni di bonifica sono:
- Rimozione: si tratta del metodo più sicuro a lungo termine, ma anche del più costoso e complesso, e prevede il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
- Incapsulamento: è la tecnica consigliata per materiali in buone condizioni e senza rischi immediati di degradazione. È meno invasiva e meno costosa rispetto alla rimozione, ma richiede un monitoraggio regolare.
- Confinamento: viene utilizzato per isolare fisicamente i materiali contenenti amianto, evitando il contatto con l’ambiente circostante.
Il proprietario dell’edificio è responsabile per l’esecuzione di una bonifica adeguata, seguendo le normative specifiche (inclusi il DM 20/08/1999 e la certificazione UNI 10686) e mantenendo la sicurezza della struttura.
I rischi per la salute
La mancanza di interventi di incapsulamento dell’amianto, o di sua rimozione o confinamento, è legata a numerosi rischi per la salute. Infatti, l’amianto è estremamente pericoloso per gli esseri umani. Le sue fibre microscopiche, se inalate, possono rimanere nei polmoni per lungo tempo, causando danni irreversibili, ma non solo. I principali rischi associati all’amianto includono:
- Asbestosi: malattia polmonare cronica provocata dall’inalazione prolungata di fibre di amianto, che causa difficoltà respiratorie e cicatrici polmonari.
- Mesotelioma pleurico: tumore raro ma aggressivo che colpisce il rivestimento dei polmoni (pleura), con una prognosi spesso infausta.
- Carcinoma polmonare: l’esposizione prolungata alle fibre di amianto aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumori ai polmoni.
L’incapsulamento dell’amianto ne garantisce la sicurezza, sempre e quando il trattamento eseguito sia adeguato e il rivestimento sia periodicamente oggetto di manutenzione. Un incapsulamento deteriorato nel tempo può esporre le fibre tossiche, aumentando i rischi per la salute.
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